Condivido qui di seguito uno scritto composto da Benedetta de Vito. L'invito e a leggerlo, come sempre.

Viaggiamo al mattino molto presto, Antonella, Piera ed io, per strade vicinali, come in antico pellegrinaggio e in comune devozione, verso il cuore della Gallura. La meta è Luogosanto, dove splende in semplice granito la Basilica minore intitolata a Maria Bambina. Eccoci arrivate, prima dell’appuntamento al Museo con Alessandro, e abbiamo il tempo per prendere un caffè in un baretto che scopriremo poi appartenere a una arciconfraternita. Tutto è santo in questo luogo santo! Nel localino, caffè e cappuccino sono riscaldati dal sorriso di tante bambine dai nomi alati che anticipano il sorriso bello della Madonnina. Presto entriamo, entrate con me!

O meglio, prima di entrare fermiamoci davanti alla piccola Porta Santa (apre ogni sette anni) che è grande onore e privilegio della Basilica fin dal 1227… Narra la storia miracolosa del ritrovamento della Madonnina bambina, Regina della Gallura, che abbraccia i fedeli dall’alto dell’altare maggiore.

Ma andiamo con ordine e facciamoci aiutare da Alessandro che sa tutto, ma proprio tutto, di questi posti carichi di poesia e di sacralità. Ecco la storia per come la racconta a noi, tutte orecchie: “Un gruppo di frati francescani, provenienti dalla Terra Santa, ebbe il compito dalla Madonna di ritrovare in questi luoghi i corpi di due Santi eremiti che nella selvatica Gallura avevano cercato preghiera e penitenza”. Interrompo: “San Trano e San Nicolo!”. Sì, oh che pazienza. Avanti.

Torna a parlare la nostra guida: “Ai frati che han trovato i resti dei due santi mistici, giunge poi notizia che in una spiaggia a Cannigioni han trovato una cassa chiusa che nessuno riesce ad aprire. Ci riuscirà solo un bambino biondo…”. Io: “E’ Gesù Bambino!”. Continua la storia e sì la cassa richiusa, con dentro la piccola immagine della bella Madonnina, viene caricata su un carro trainato da due buoi e saranno proprio loro, i buoi, a fermarsi nel punto dove si erigerà la piccola chiesa campestre. I frati costruiranno anche la loro casa, cioè il convento e tutt’intorno, in ricamo di case, che doveva nascere la ridente cittadina di Luogo Santo.

Che storia! E noi, felici e ridenti, seguiamo il nostro Virgilio tra le stanze del Museo, dove si trova il tesoro (anelli, orecchini, gioielli) in forma di ex voto della Madonnina, il vestitino ricamato che nel 1954 la proclamò Regina della Gallura, e molte statue belle prese dalle numerose (21) chiese campestri sparse sul territorio. Ci sono, per la mia gioia, anche i costumi tradizionali. Troppo bella la doppia gonna: la prima serviva a proteggere la seconda, della festa, e diventava, rigirata in capo, un mantello.

Ora che la visita è finita (ma vi rivelo che nelle segrete stanze è custodito anche il Graal, in ologramma…), è tempo di fare uno spuntino tra i corbezzoli davanti alla chiesolina di San Trano, il cui altare è sormontato da un masso di granito che pare voler difendere il sonno dei due santi che vivono spiritualmente ancora qui, tra i loro monti. Torniamo verso casa portandoci nel cuore la Madonnina Bambina e io anche una statuina di Lei che dorme, dorme, innocente e vittoriosa.

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