Girovagando per la provincia di Alessandria, percorrendo la Valle Spinti, si arriva a Grondona.

La valle Spinti è una piccola valle percorsa dal torrente Spinti, tributario dello Scrivia, divisa tra Piemonte e Liguria, e composta dai comuni di Arquata Scrivia, Grondona, Roccaforte Ligure, Isola del Cantone e in piccola parte Borghetto Borbera.

La storia della valle Spinti segue molto da vicino quella della val Borbera: dapprima fu dei marchesi di Gavi e nel 1181 divenne parte dei domini del vescovo di Tortona. In seguito fu luogo di lotta tra i Visconti di Milano e Fieschi di Genova, quindi fu controllata da questi ultimi fino al 1547 per poi passare ai Doria. Nel 1815 col Congresso di Vienna la valle passò al Regno di Sardegna come parte della Liguria delle province di Novi e Genova e, infine, nel 1859 metà valle passò al Piemonte sotto la provincia di Alessandria.

Grondona ha diverse frazioni come ad esempio Sezzella, Lemmi, Variana, Chiapparolo, Case Sparse, Rio della Casa, Torrotta e – salvo omissioni – Sasso.

Sono stato proprio di recente in quest’ultima località, che è divisa con “DI SOTTO” e “DI SOPRA”

La perizia degli antichi costruttori di Sasso è documentata dalle abitazioni e dalle corti in pietra lungo la strada che da Sasso superiore porta a Cà di Lemmi. Di notevole pregio la grande casa all’imbocco della via : un blocco quadrangolare dai poderosi cantonali con un portale a tutto sesto in pietra lavorata e squadrata con lo scalpello.

Dell’antica Saxum le fonti storiche riportano poche notizie e frammentarie: nel 1407 Henricus de Saxo giurava fedeltà ad Antoniotto e a Campofregoso, signori di Gavi: nel 1523 la chiesa di Sant’Andrea “loci Saxi” è citata nel Catalogo di mons. De Zaziis come “ecclesia parocchialis”, nel 1787 risulta la presenza della “Compagnia del Rosario” e appartenenza feudale del borgo al principe Doria.

Posta su uno spiazzo panoramico, la chiesa di Sant’Andrea è preceduta da un ampio sagrato e da una scalinata che danno all’insieme una voluta solennità. La facciata, tripartita da lesene, termina rettilinea con una balaustrata che ospita agli angoli quattro statue.

Il portale maggiore è sormontato da un architrave in pietra di fattura cinquecentesca, con trifogli intervallati alle estremità da profili di due teste maschili, da due rosette e da uno stemma. All’interno due dipinti del XVII sec.

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