Considerata la poca neve venuta, mi sono spinto fino a Sardigliano. Anzi, sono andato oltre. Ho trovato di fronte a me il Municipio, che si trova a Cuquello, una frazione.

Il Municipio

Qui mi sono fermato, appena oltre, trovata la chiesa parrocchiale dedicata a San secondo.

Riporto qui di seguito un testo tratto dal sito http://www.comune.sardigliano.al.it/ circa le notizie storiche della chiesa.

La documentazione presente nell’archivio storico della chiesa è incompleta e, in parte danneggiata, a causa di un incendio sviluppatosi in canonica agli inizi del 1900.
A peggiorare la situazione sono intervenuti alcuni furti che, in epoche recenti, hanno contribuito a diminuire il già scarso patrimonio da analizzare. L’antica vita religiosa gravitava verso l’abbazia di Bavantore e il relativo Cenobio e non è azzardato presumere che la fondazione della chiesa, successivamente ingrandita e rimaneggiata nell’attuale costruzione, sia da attribuire agli stessi monaci. I documenti più antichi dai quali emerge che la parrocchia di Cuquello, già dedicata a S.Secondo e unita a Sardigliano, dipendeva dalla pieve di Cassano risalgono al 1523.
Da registri successivi, risalenti al 1563, si legge che alla parrocchia era affidata anche la comunità di Vargo.
L’edificio è articolato su due navate e, una superficiale analisi strutturale, pare collocare l’attuale costruzione intorno al 1600 e sicuramente antecedente il 1640. Sul campanile sono infatti collocati due tavole in cotto riportanti la data del 10 ottobre di quell’anno, ma, come rilevato dai registri, esso è stato edificato in epoca successiva alla parrocchia stessa.
I primi dati parrocchiali con la registrazione delle nascite e dei morti, come da disposizioni del Concilio di Trento, risalgono al 1593 quando a Cuquello si contavano 310 anime, 126 a Sardigliano e 256 a Vargo. Nel 1597 gli abitanti del paese erano 333, diminuiti a 170 nel 1804. Il parroco ebbe il titolo di Priore nel 1652 e, su istanza della popolazione e dello stesso parroco, ebbe quello di Prevosto nel 1820 dal vescovo Carlo Francesco Carnevale per “riconoscimento dei meriti del priore”.

Monsignor Carlo Settala, nel 1659, divise la diocesi in otto regioni e la parrocchia di Cuquello passò sotto la giurisdizione di Stazzano: “Ecclesia Parochialis S. Secondi Loci Cucuelli, cum Societabis. SS. Sacramenti, Rosarij et Doct. Christ. Sunt etiam Mons. Pietatis, et tria Oratoria, scil. S. Ioseph. Loci Varghi, cum beneficio 1672 erecto. B.M.V. Castri Varghi, et Assummptionis B.M.V. Loci Sardiliani”. La parrocchia di Sardigliano si rese autonoma nel 1675, Vargo nel 1799.
Oltre ad essere presente la reliquia del Santo Velo della Madonna, nell’archivio sono state rinvenute le autentiche di quelle della Santa Croce di Gesù (1/7/1727), di San Secondo Martire (27/1/1856 particola d’osso) e di Sant’Antonio da Padova (20/11/1937). Dalle relazioni, redatte in occasione delle visite dei vescovi, è stato possibile appurare che nel 1804 esistevano ancora le tre confraternite, del Sacramento, del Rosario e della Dottrina Cristiana ma senza alcun reddito.
Nel 1820, è confermato che la chiesa è dedicata a San Secondo ma non risulta consacrata. Si accenna inoltre ad una sepoltura gentilizia dei Pugassi, storicamente provata, all’interno della chiesa ma ormai sigillata e viene rimarcata la necessità di urgenti opere di restauro in quanto la chiesa “risulta molto male in arnese”.
Il problema del restauro si risolvette negli anni successivi, poiché a causa del terremoto dell’8 ottobre 1828, l’edificio subì ulteriori e gravi danni. Nel questionario della chiesa, redatto da don Bianchi il 24 maggio 1834, viene riportato che il parroco ha il titolo di prevosto, ed è ricordata la mancanza di consacrazione. Su questo particolare vogliamo richiamare la vostra attenzione. Dai resoconti della visita del rappresentante pontificio, monsignor Gerolamo Ragazzoni, in data 2 luglio 1576, risulta infatti che la chiesa è consacrata a San Secondo. È improbabile che la parrocchia madre, da cui si sono generate le equivalenti di Sardigliano e Vargo, sicuramente consacrate, non avesse a sua volta tale privilegio. Vogliamo ricordare che una parrocchia può essere semplicemente benedetta o ufficialmente consacrata, alla presenza del vescovo, ma che la consacrazione può essere revocata per “molto deplorevoli fatti” o per fatti di sangue all’interno della chiesa. Da un documento risulta che nell’anno 1655 venne commesso un “certo omicidio” in prossimità o all’interno della chiesa di Cuquello ed è quindi possibile che questo episodio sia stato la causa della revoca, anche se non certificato, nell’archivio parrocchiale.
In uno scritto del 1845 sono citate le opere di restauro seguite al terremoto, alle quali contribuirono tutta la popolazione e gli stessi consoli del paese.
Nel 1856 venne inviata la particola d’osso di San Secondo per cui fu possibile, con solenne cerimonia, effettuare la consacrazione della chiesa.

Un decreto di papa Pio IX del 16 aprile 1855 concedette a don Agostino Magrassi la facoltà di celebrare la solennità di San Secondo nell’ultima domenica di ottobre. Sul campanile è presente un coro di tre campane installate nel 1856, dalla ditta Eredi del fu Giovanni Borzoli di Genova con una spesa di 3294,65 lire. Come a Sardigliano e Malvino, furono requisite nel 1943 e poi riconsegnate intatte. Nel 1935 sono stati eseguiti dei restauri alla volta della chiesa, con l’aggiunta di affreschi di Clemente Salsa di Serravalle Scrivia. L’altare maggiore, nonostante la riforma liturgica del 1965, non ha subito modifiche perché ne è stato aggiunto un altro davanti al presbiterio. L’orologio è stato collocato sul campanile nel 1972. All’interno sono presenti un coro ligneo e un organo, ormai in disuso. L’altare della B.V. del Rosario, dedicato alla Madonna di Lourdes, presenta una balaustra in pietra su cui sono riportate le lettere NP, probabili iniziali di Nicolò Pugassi. Di particolare pregio è un fonte battesimale, in pietra. Cuquello festeggia la solennità di San Bernardo, il 20 agosto, con una solenne processione per le vie del paese della statua raffigurante il santo che tiene ai suoi piedi un demonio incatenato. Su questa antica statua lignea, che per tradizione si dice proveniente dal monastero di Bavantore, è posta la data 1300, ma sulla sua autenticità ci permettiamo di dubitare. Nella parte centrale del paese, posizionato nelle immediate vicinanze del castello è presente un oratorio; oggi è dedicato alla B.V. del Carmine, nel passato, probabilmente, era una cappella privata per le funzioni dei castellani. Da una visita apostolica del 25 febbraio 1742 risulta che esso non era sede di nessuna confraternita e che veniva effettuata la celebrazione della messa nei giorni festivi. Il cappellano era mantenuto dall’amministrazione comunale. L’altare vecchio è stato sostituito nel 1969 ed è opera dello scultore e pittore, maestro Mario Leveni.

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