Rocchetta Ligure è un piccolo paese della provincia di Alessandria di circa 215 abitanti. Le vicende della guerra partigiana nel suo comune si intrecciano con quelle degli altri paesi della Val Borbera, della Val Curone e della Val Scrivia. Oggi, presso Palazzo Spinola, uno degli edifici più importanti del paese che risale alla seconda metà del secolo XVII, ho visitato il Museo della Resistenza e della vita sociale che fu inaugurato nel 1990.

Inaugurato dall’amministrazione comunale, fu fortemente voluto da Gianbattista Lazagna, ex partigiano e vice comandante della Brigata garibaldina “Pinan Cichero” che dalla primavera 1944 operò nei territori della val Borbera e della val Curone. Lo stesso Lazagna ‒ cui oggi è dedicato il museo ‒ si impegnò nella raccolta dei materiali e, con la collaborazione di docenti dell’Università di Genova, ne seguì direttamente il primo allestimento, poi variamente rivisto e aggiornato negli anni successivi.

I criteri dell’allestimento attuale intendono valorizzare il patrimonio museale accumulato nel tempo: oggetti, immagini, materiali e percorsi espositivi, che hanno sempre avuto l’intento di raccontare la storia della comunità e mettere in evidenza la stretta relazione tra territorio, società civile e guerra partigiana, resa possibile dal contributo fondamentale della popolazione. Il percorso espositivo, che mostra con un’attenzione particolare per le giovani generazioni, si articola in più livelli. Uno è quello costituito dall’esposizione di cimeli vari e armi utilizzate dalle formazioni partigiane della zona: alcune in dotazione all’esercito italiano e recuperate nei giorni successivi all’armistizio, altre sottratte ai tedeschi in seguito a scontri, altre ancora provenienti dai lanci anglo-americani e dalla missione alleata scesa sul campo di Carrega Ligure nel gennaio 1945.

Un secondo livello è costituito da pannelli ‒ con disegni di Franco Fossati e testi di Manlio Callegari ‒ che ricostruiscono le varie fasi della lotta partigiana nella zona con modalità didatticamente molto efficaci: ad una introduzione storica sintetica, essenziale e linguisticamente abbordabile anche ai ragazzi, si accompagnano illustrazioni e fumetti che mettono in scena alcuni degli episodi raccontati, come l’armistizio dell’8 settembre, i bandi di arruolamento della Rsi, il “mondo” dei ribelli, la vita partigiana, i rastrellamenti della primavera e dell’estate 1944. Ad essi si accompagnano poi brani di testimonianze e il tutto sembra avere come obiettivo prioritario quello di dar conto con semplicità di alcuni nodi essenziali della storia partigiana, intorno ai quali la storiografia resistenziale ha discusso negli ultimi decenni come, ad esempio, della difficoltà della scelta o del complesso rapporto con la popolazione e con gli Alleati.

Una seconda sezione del museo è invece dedicato alla vita sociale della valle Borbera: vi sono esposti vecchi attrezzi del lavoro contadino e, soprattutto, molte fotografie raccolte in diversi paesi che, dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento, ritraggono famiglie, lavoratori, feste paesane e abitudini di un mondo e di una civiltà contadina ormai scomparsi. Diramazione del Museo è il Centro di Documentazione di Rocchetta Ligure, luogo di riferimento dei materiale documentario ‒ specificamente partigiano ma non solo ‒ proveniente da biblioteche, archivi privati, collezioni, corrispondenze o raccolte fotografiche della valle e relativo alla storia dei suoi luoghi e dei suoi abitanti. Il Centro si avvale oggi di una piccola biblioteca specialistica che conserva pubblicazioni relative alla Resistenza e testimonianze di quegli anni: interviste audio e video, fotografie, materiale a stampa e manoscritto proveniente da raccolte e donazioni anche private e concernenti in modo specifico le Valli Borbera e Curone.

Il materiale scritto di cui sopra si trova nel sito https://www.memoranea.it/ e sul sito https://www.comune.rocchettaligure.al.it/

Le foto sono scattate da me nella giornata di oggi

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