Detta comunemente di Sant’Antonino. Situata subito dopo il bivio prima di entrare nell’abitato (per chi proviene da Vignole Borbera), tra la circonvallazione e la strada interna.
![](https://www.storiediterritori.com/wp-content/uploads/2022/10/santonio_0011-FILEminimizer.jpg)
![](https://www.storiediterritori.com/wp-content/uploads/2022/10/santonio_0011-FILEminimizer.jpg)
La facciata è molto semplice: la struttura a capanna è tipica del primo romanico e un affresco che raffigura la Madonna e Sant’Antonino da Padova che intercede per Santa Rita indica a chi è dedicata. Nell’affresco si può ben notare la veste francescana che il santo indossa, e il suo simbolo: il giglio bianco.
Sopra la finestra alla sinistra del portale, si vede un epigrafe in pietra in cui appare la data 1681 (forse la data di ristrutturazione della chiesa). L’abside è la parte più interessante della chiesa.
È l’unico elemento di vera origine medioevale e mai rimaneggiato nei secoli, presenta pietre a vista con conci di forme diverse, sagomati, squadrati e spianati. L’abside di Sant’Antonino ricorda molto quella di Molo, che infatti presente le stesse caratteristiche. La cronazione dell’abside termina con archetti cechi e pensili sorretti da peducci modanati ed è aperta da due monofore con arco a tutto sesto, ora chiuse. Le maestranze che hanno operato in questo periodo (XII) nella nostra zona, sono riconducibili a quelle antelamiche.
![](https://www.storiediterritori.com/wp-content/uploads/2022/10/santonio_0054-1-FILEminimizer.jpg)
![](https://www.storiediterritori.com/wp-content/uploads/2022/10/santonio_0054-1-FILEminimizer.jpg)
L’edificio attuale internamente riporta tre navate, mentre si può presupporre che originariamente l’interno fosse stato creato ad una sola navata. La facciata degli edifici medioevali e rinascimentali, rispecchiava spesso l’interno degli stessi: infatti molte chiese, soprattutto quelle più importanti, hanno spesso in facciata una ritmatura attraverso lesene o semicolonne che ci permettono di capire se la chiesa presenta più navate. Essendo la facciata di Sant’Antonino liscia, ha portato a pensare che originariamente la struttura fosse ad una sola navata.
![](https://www.storiediterritori.com/wp-content/uploads/2022/10/santonio_0055-1-FILEminimizer.jpg)
![](https://www.storiediterritori.com/wp-content/uploads/2022/10/santonio_0055-1-FILEminimizer.jpg)
L’abside, internamente, presenta tracce di affreschi di epoche diverse. L’incisione di un’ aureola su malta fresca lascia emergere la natura medioevale. L’assenza di intonaco permette di notare la struttura sottostante: muratura con pietra a vista, decorata da un cordolo lapideo sagomato che corre tutto intorno.
Ho letto la chiesa di San Antonio a Borghetto di Borbera e mi permetto di dissentire su questa nuova “intitolazione” di quella che è sempre stata Chiesa di Sant’Antonino.
Non credo che sia sufficiente una pittura esterna, magari fatta a quel modo perché il pittore conosceva solo quello, per mutare la dedica della chiesa.
Il cartello fuori la titola a S. ANTONIO, ma il riferimento è a Sant’Antonino. Non posso darle torto. Osservazione giusta.