Nell’ambito delle Giornate di Valorizzazione promosse dal Ministero della Cultura, sabato 25 ottobre è stata effettuata una visita al cantiere dell’ex chiesa di San Francesco, all’interno dell’area che un tempo ospitava l’ospedale militare. Alla visita hanno preso parte un centinaio di curiosi che, su tre turni, hanno avuto la possibilità di vedere in anteprima quello che sarà la nuova sede del Museo Civico cittadino.
Una presenza che testimonia come il recupero dell’ex chiesa di San Francesco abbia incontrato l’interesse degli alessandrini per scoprire da vicino gli interventi di restauro e le trasformazioni di uno degli edifici più significativi della città.
Il cantiere, promosso dal Comune di Alessandria con la collaborazione del Ministero della Cultura, è oggi in fase avanzata. Il primo lotto è in consegna: si prevedono due date. La prima, il 31 ottobre, riguarda la fine del cantiere, l’altra, che interessa la parte tecnica, si presume, burocrazia permettendo, alla fine di novembre.
L’apertura odierna ha permesso di prendere contatto con l’“involucro” ormai quasi definitivo del futuro spazio espositivo. Frutto di un lavoro accurato di restauro architettonico e recupero delle superfici originarie.


I visitatori sono stati accompagnati all’interno del cantiere dell’ex chiesa trecentesca di San Francesco da due funzionari del Ministero, l’architetta Francesca Lupo e l’archeologo Gian Battista Garbarino che hanno illustrato le principali fasi dell’intervento e le scoperte emerse nel corso delle indagini archeologiche. Queste hanno restituito nuove informazioni sulle sepolture antiche, sulle modifiche planimetriche e sulle trasformazioni strutturali avvenute nei secoli. Quando l’edificio venne utilizzato come caserma napoleonica e, successivamente, come ospedale militare.


L’incontro è stato un ulteriore occasione per raccontare i segreti del cantiere in corso e i primi risultati raggiunti dai lavori condotti dal Comune di Alessandria per la creazione della nuova sede del Museo Civico, con la partecipazione del Ministero della Cultura nelle opere di restauro delle superfici decorate. La guida dei due funzionari è stata l’occasione per leggere l’architettura del Trecento della chiesa antica mettendo in luce materiali e decori originali che hanno permesso di distinguere le successive trasformazioni ottocentesche.


Oltre alla storia “visibile”, la visita al cantiere ha permesso anche di leggere quella inizialmente “non visibile”, emersa grazie agli scavi archeologici condotti in aree definite della superficie della chiesa, con lo scopo mirato di approfondire la conoscenza dell’architettura originale e delle trasformazioni subite dall’edificio, dalla sua fondazione, all’uso degli spazi interni per le sepolture, alle successive modifiche planimetriche e in elevato.
La Chiesa di San Francesco, con l’annesso convento, era uno degli edifici gotici di maggior importanza della Città di Alessandria. Sfortunatamente, come altri monumenti medievali, ha subito nell’Ottocento vicende che ne hanno portato alla trasformazione, tanto che oggi difficilmente il visitatore che passi davanti all’edificio riesca a riconoscervi l’uso originario. I lavori della chiesa dovettero iniziare allo scadere del XIII secolo e furono portati a termine nei primi decenni del Trecento. Sede dell’antico insediamento dell’Ordine dei francescani in città, l’originaria struttura di chiesa a sala è stata modificata con tramezze in occasione della trasformazione ottocentesca Notevole la decorazione pittorica policroma delle volte e alcune tracce di affreschi tra cui una Madonna con bambino e due angeli, risalenti alla prima metà del XIV sec. Il mattone a vista caratterizza tutto l’aspetto esterno della Chiesa mentre il prospetto laterale, verso via San Giacomo della Vittoria, mantiene parti della decorazione in cotto della fascia sottogronda; appare ben conservato anche il campanile, scandito da una serie di archetti pensili ogivali su registri sovrapposti. La facciata su via XXIV Maggio (larga circa 22 metri) è ancora leggibile nelle sue linee essenziali, divisa in tre campi da quattro contrafforti. Presenta in quello centrale il portale ad arco a pieno centro. Il frontone doveva risultare rialzato e terminare a capanna, logica conseguenza della forma originaria del finestrone, ancora adorno della decorazione in cotto ma tagliato dal cornicione. Con la soppressione degli Ordini Monastici, il convento di San Francesco divenne proprietà del Demanio. Il Decreto emesso a Saint Cloud il 23 Germinale – anno XI (1803) lo destinò a caserma di cavalleria. L’edificio fu quindi tramezzato orizzontalmente (1816) con la costruzione di un voltone e del soprastante pavimento, all’altezza di 5,80 metri rispetto al piano terreno. Più tardi venne costruito un “cavedio” (chiostrino) nella parte centrale, per la presa d’aria e luce dal tetto. Scopo di quell’intervento fu recuperare spazio allestendo i magazzini al piano terra e i dormitori al piano superiore.
I restauri all’ex chiesa di San Francesco ad Alessandria (ex Ospedale Militare) che si stanno concludendo porteranno alla realizzazione di un complesso museale entro la fine del 2025. L’intervento, finanziato con fondi del PNRR e del Por Fesr, è finalizzato a recuperare la struttura, risalente al Trecento, e a riportarla all’uso pubblico dopo secoli di trasformazioni.
Questo pezzo è pubblicato grazie al contributo materiale di Romeo Ferretti









