Come da titolo il piatto in oggetto è invernale e prevalentemente di questo periodo che precede fino a seguire il Natale. Tradizionalmente questa pasta è tipica delle usanze nelle nostre campagne del basso Piemonte. Veniva spesso utilizzata nelle cene dei giorni di festa, facendo bollire i gnocchetti in brodo di di gallina provenienti dall’aia di famiglia.

Le riflessioni scritte in questo pezzo mi sono venute con un regalo fatto di gnocchetti prodotti da un’anziana signora

I gnocchetti o gnuchèti sono fatti di farina, uova e tanta pazienza. Così ho letto da qualche parte. Mia madre conferma. La lavorazione della pasta che deve essere fatta rigorosamente a mano, avviene così: stando in posizione seduta, si appoggia su una gamba un canovaccio di lino grezzo sopra il quale, con un particolare movimento delle dita (si fanno anche scorrere su una apposita tavoletta in legno), si fa scivolare una minuscola quantità di pasta per farle assumere la forma desiderata. Quanto più gli gnocchetti risultano piccoli, tanto maggiore è stata l’abilità nell’esecuzione. Mia madre li ha fatti per anni.

Successivamente vengono stesi su un setaccio ad asciugare, una volta essicati si possono conservare in barattoli o sacchetti di carta.

Ora un po’ meno perché la fatica sulle spalle di mia madre si fa sofferenza. Ma il pensiero è alla festa del Natale di tanti anni ed allora non si poteva stare con le mani senza fare nulla.

La ricetta

Preparate con la farina di grano duro e le uova un impasto piuttosto consistente da cui asportare dei piccoli pezzi da far rotolare su di un telo da cucina appoggiato alla gamba destra in posizione seduta (oppure adoperare l’apposita tavoletta).

Stendere i gnocchetti su di un setaccio affinché asciughino senza attaccarsi.

Da far bollire in brodo.

Ingredienti: gr. 250 di farina – 4 uova

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