Situata a pochi chilometri da Tortona, ma non distante da Pozzolo Formigaro e Novi Ligure, la chiesa di Rivalta è quanto resta del complesso abbaziale dei monaci cistercensi edificato tra il 1180 ed il 1183, concluso solo nella seconda metà del XIII secolo.

L‘edificio presenta una caratteristica architettura cistercense tra il romanico lombardo ed il gotico francese e la facciata è semplice e lineare.

Durante questo periodo l’Abbazia esercitò una forte influenza economica su tutta la zona che si estende tra Tortona e Novi. Divenne chiesa parrocchiale nel 1576 ed il monastero fu abbandonato dai monaci benedettini alla fine del XVII secolo. Dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 1653 il complesso passò ad un privato che fece costruire qui la propria residenza.

L’abbazia fu soppressa con decreto napoleonico nel 1810. La ricostruzione del massiccio campanile dovrebbe risalire alla seconda metà del XVI secolo. La pianta e l’alzato della chiesa attuale, unitamente alle parti conservate del monastero – sacrestia e la sala capitolare – ne confermano l’edificazione ex novo secondo i dettami della regola cistercense bernardina che prevedeva estrema semplicità e linearità delle forme.

L’interno della chiesa è a croce latina con abside e cappelle laterali quadrangolari con volte a botte. L’edificio ha una lunghezza pari a 40 metri ed una larghezza di navata di 40 metri. Le tre campate sono coperte nella navata centrale e nel transetto da volte a crociera costolonate, mentre le navate laterali sono coperte da volte a crociera semplice. I pilastri, in pietra e mattone, sono caratterizzati da una notevole varietà morfologica. Il coro, con volta a botte, è formato da un’abside affiancata su ogni lato da due cappelle a pianta rettangolare.

I monaci, fedeli alle prescrizioni dell’ordine, non posero all’interno del complesso né ornamenti di lusso, né sculture, né pitture, ma solo un ornato lineare e geometrico per i capitelli, i fregi, i rosoni e le volte.

L’elemento più importante dell’abbazia è rappresentato dall’apparato di affreschi risalenti alla seconda metà del quattrocento e ai primissimi del Cinquecento, recuperati durante i restauri del 1941-1942.

Stilisticamente le opere condividono una stessa corrente d’influenza lombarda. Certa la presenza del pittore castelnovese Franceschino da Boxilio che firma due opere, il San Cristoforo del quarto pilastro a destra (datato 1490) e la scena con Vergine, il Bambino e un monaco certosino con la sovrastante figura del Cristo Redentore nella seconda cappella dl transetto destro.

Del monastero rimane solo la sala capitolare, in stile gotico-cistercense. Situata ad un livello inferiore è suddivisa in nove campate coperte da volte a crociera acute, con ogive in cotto e chiavi a motivi floreali, sorrette da quattro colonne con capitelli a fasci circolari. Le colonne originali, visibili all’interno della sala, sono state sostituite durante i restauri del 2000.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.