Forse il titolo trarrà un pò in inganno, perchè ad oggi non corrisponde più esattamente al vero. Ma prima racconto la storia. Il complesso del Loreto è costituito dalla chiesa e dal cosiddetto “Ospedale”, cioè l’edificio adiacente, un tempo utilizzato per ospitare i pellegrini diretti a Roma. Dopo quasi 30 anni di abbandono (dal 1973 al 2003) la basilica è stata oggetto di un completo restauro, che le ha restituito dignità e decoro, mutandone però la destinazione d’uso.

La chiesa è infatti sconsacrata ed il Comune, che dal 1986 ne è proprietario, l’ha resa uno spazio a servizio della città. Le origini dell’edificio risalgono alla prima metà del Cinquecento, quando qui aveva la propria sede una Confraternita della SS. Trinità. Nel 1530 venne edificata una primitiva cappella dedicata alla Vergine e fin dall’inizio i confratelli si dedicarono a interventi di ampliamento e miglioramento dell’edificio sacro. Alla fine del ’500 vennero avviati i lavori di costruzione del tiburio, che però non venne realizzato a regola d’arte ed ebbe bisogno di diversi interventi di manutenzione, finché nel 1728 se ne decise la demolizione. Nel 1622 cominciarono i lavori per la costruzione dell’attuale coro, che richiese un lungo scavo nel tufo a ridosso della chiesa. Nel 1717 il campanile ligneo fu sostituito dalla struttura in muratura. Anche la facciata fu modificata con l’inserimento di un portale in stucco settecentesco, nella cui cornice superiore è raffigurata la “Traslazione della Santa Casa a Loreto”. L’interno è oggi privo di arredi in quanto negli anni Ottanta del ’900, in seguito a ripetuti furti, i beni di pertinenza della chiesa furono trasferiti in parte nella parrocchia di Santa Maria dei Canali, in parte furono depositati presso la Curia, in attesa di restauro, e saranno esposte nel Museo Diocesano di Tortona. Nonostante tutte le traversie subite, compresa l’occupazione da parte delle truppe austriache alla fine del ’700, si è fortunatamente salvata la pregevole decorazione in stucco delle due cappelle laterali, dedicate rispettivamente a Sant’Orsola, quella di sinistra, e a Sant’Apollinare, quella di destra. L’altare di Sant’Orsola, risalente al 1712, presenta un’ancona affiancata da due colonne dipinte a finto marmo nero. L’altare di Sant’Apollinare, la cui ancona è delimitata da due colonne tortili, conserva la statua del santo titolare e ai lati, entro due nicchie, le statue di San Marziano e di Sant’Innocenzo. I documenti testimoniano che i lavori furono eseguiti tra il 1689 e il 1690 e che in origine gli stucchi erano dipinti a vivaci colori, come hanno confermato i recenti restauri. Proseguendo nell’area presbiteriale si può ammirare la balaustra scolpita in marmo rosato e nero, che dalle fonti d’archivio sappiamo commissionata a un capomastro di Viggiù (in provincia di Varese) e messa in opera nel 1741. Nelle pareti laterali dell’abside si aprono due armadietti a muro, chiusi da un’inferriata e da un’anta di legno, che un tempo ospitavano i reliquiari. Sulla parete di sinistra si è conservato anche un frammento di affresco del XVI secolo raffigurante un volto femminile, che la critica ha ricondotto all’ambito dei pittori tortonesi Boxilio. L’altare maggiore, in marmi policromi, stilisticamente databile all’ultimo quarto del ’700, proviene dal soppresso convento tortonese di San Marziano e fu donato alla Confraternita di Loreto da un ignoto benefattore agli inizi dell’Ottocento. Trattandosi di un altare laterale, la parte superiore venne separata e murata al centro del coro. I recenti restauri hanno riportato alla luce proprio entro la maestosa edicola, un lacerto di affresco raffigurante una Madonna con Bambino, ascrivibile al XVI secolo. Al di sotto è il semplice coro semicircolare, formato da 13 stalli in legno di noce, separati tra loro da lesene e capitelli. In controfacciata è ancora presente la cassa d’organo del XVII secolo: la struttura è costituita da due lesene laterali, con busti di angeli a guisa di cariatidi che sorreggono i capitelli e poggiano su mascheroni, dalla cui bocca fuoriescono pendoni di frutta; sulla trabeazione poggia una lunetta ad arco ribassato, con al centro un genietto inginocchiato tra serti di foglie e frutti, mentre sopra l’arco sono seduti due angeli, tra i quali è la statua della Trinità.

Ecco che, dopo la spiegazione storica, vorrei dire qui che oggi mi sono avvicinato alla chiesa ed un foglio diceva che oggi si tratta della Parrocchia Ortodossa Romena della Parrocchia Ortodossa  “San Teodoro Lo Studita”. Quindi trattasi della ex basilica di Santa Maria di Loreto, chiusa al culto nel 1973 e ceduta al Comune di Tortona nel 1986, oggi luogo di culto della chiesa ortodossa rumena con l’intitolazione a San Teodoro lo Studita

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