In ragione della loro Valorizzazione, le Torri di Sant'Alosio sono state cedute dall’agenzia del Demanio a favore del Comune di Castellania Coppi a titolo non oneroso.

Un po’ di storia

A monte del Comune di Castellania si trova la frazione di Sant’Alosio composta da un gruppo di case. Scorrendo i documenti antichi si parla di Sant’Alosio, soprattutto per una splendida fortezza con castello: era cinto da due ordini di mura e le torri, per tanti anni visibili, ma in uno stato di deplorevole abbandono, erano i principali punti di collegamento per le segnalazioni ottiche con le altre torri della comunità del Vescovado, a cui questo territorio apparteneva e come tale ne seguì le vicende storiche (v. Carezzano, “Il Vescovado”). Una strada, detta appunto ” del Vescavado ” o ” dei feudi ” collegava, attraverso i vari centri della collina sotto il potere temporale del Vescovo, Tortona a San Biagio, e, quindi, a Sant’Alosio. Nel XV secolo la località fu data dal Vescovo in feudo ai Rampini, che ne ebbero il possesso fino alla soppressione del feudalesimo. In questo periodo Sant’Alosio conobbe un’epoca di grande splendore.


Qui nacque Enrico Rampini, uomo di somma pietà e studio, che fu Vescovo di Tortona, quindi di Pavia e di Milano, infine passò a Roma, nominato Cardinale. E’ sepolto nella basilica romana di San Clemente. Sant’Alosio diede i natali pure a Marziano di Tortona, che fu precettore e consigliere di Filippo Maria Visconti. Fu un uomo tra i più colti del suo tempo e di lui rimane un famoso gioco di tarocchi, che pitturò su pergamena. Non si sa quando fu eretta la prima chiesa, è però verosimile che, come terra del Vescovado, questa comunità avesse una chiesa già verso il IX o X secolo. Dell’antico maniero rimangono, tutt’oggi, ben visibili, sulla vetta del monte, due tronconi di torre a pianta quadrata di cca. 4mt. per lato, originariamente alte più di 20mt., ma inopinatamente abbassate negli anni scorsi (1948) a scopo di consolidamento, insieme con tratti dell’antica cinta muraria. La tipologia delle due torri, in pietra locale, accuratamente squadrata, comune a tutto il Monferrato alessandrino, è sicuramente attribuibile al sec. XIII: singolare è anche l’abbinamento di due elementi fortificati identici, l’uno dirimpetto all’altro.

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