Una notizia? In Piemonte la segnaletica turistica con indicazioni in dialetto. Di per sé un titolo che ne deriva da una decisione della Regione.

La segnaletica turistica potrà avere doppia denominazione, in italiano e in piemontese, utilizzando toponimi conformi alle tradizioni linguistiche del luogo, nel rispetto delle norme del Codice della strada. È una delle novità introdotte dalla legge di modifica al Testo unico della Regione Piemonte sulla cultura (l.r. 11/2018), che inserisce una serie di elementi per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico e dialettale piemontese. 

Il provvedimento, approvato a maggioranza dal consiglio regionale, prevede la anche stipula di una convenzione tra la Regione e l’Ufficio scolastico regionale per svolgere nelle scuole attività didattiche extra curriculari e facoltative per l’apprendimento orale e scritto del dialetto, tenute da docenti con un’adeguata conoscenza linguistica.

Inoltre, forme di collaborazione con gli atenei piemontesi e con associazioni, istituti e centri culturali e universitari, per promuovere la ricerca storica e scientifica su lingue e dialetti, anche attraverso borse di studio per tesi di laurea.

Scrissi qui, addirittura quattro anni or sono, un post sul dialetto proprio quando un quotidiano ne trattò l’argomento.

  • Il dialetto è sempre attuale, forse passerà, ma si può impedire che accada soltanto mantenendone l’uso, schiacciato com’è da contaminazioni di lingue non proprio italiane.
  • Il dialetto fa parte del bagaglio culturale che ognuno di noi porta sulle spalle ed è l’inevitabile segno che ci fa dire che apparteniamo ad un certo luogo, ad un certo tempo e che ci identifica e ci colloca nel posto preciso della nostra storia personale.
  • Il dialetto rappresenta la nostra etichetta, le nostre radici, la nostra carta d’identità. Il dialetto inteso come lingua è il mezzo che identifica tutto: i soprannomi, i rioni, le località.
  • Il dialetto dà nuova forma alle parole, riesce a rendere l’idea prima ancora di ridurla in termini precisi, a volte armonizza e a volte indurisce.
  • Il dialetto è l’espressione di un popolo, è come un abito fatto su misura, è come una spugna che assorbe fatti, episodi, luoghi, persone e che restituisce fatti, episodi, luoghi, persone con profilo e identità precisi, ma soprattutto con un’anima.

L’importanza del dialetto sta nel fatto che è vicinissimo alla vita quotidiana e verace della gente e rappresenta una diversità di radici storiche, di culture, di esperienze umane che non deve andare perduta.

E’ importante conoscere l’idioma nazionale come strumento di comunicazione, ma la diversità socio-culturale fra le diverse comunità italiane è una ricchezza che va mantenuta, difesa, valorizzata e divulgata.

E’ assodato che il dialetto possiede una forza espressiva e descrittiva genuina che scaturisce dal suo verismo; lo strumento che meglio esprime sentimenti, valori, culture, speranze, con cui ripercorrere i sentieri della memoria drasticamente inquinati dalla frenetica vita moderna.

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