Sabato 10 settembre, presso il cortile del Castello medievale di Pozzolo Formigaro, c'è stata la presentazione del sito www.pozzoloformigaro-storia-memoria.it portale di comunità, dedicato a tutti i contributi scritti sul Paese, dall’800 ad oggi.
Mi è parso significativo l'intervento - uno fra tutti anche perché per motivi di spazio non mi sarebbe possibile condensarli qui - di Lorenzo Caramagna, Assessore alla Cultura in Comune.

Inizialmente cita Pier Giorgio Caramagna quando racconta nella Rosta – una pubblicazione – queste parole: “La superficie residenziale di Pozzolo dal dopoguerra a oggi si è ampliata oltre misura, è quadruplicata e il numero di abitanti è rimasto pressochè invariato. – Si parla dell’anno 1992- Il centro storico è fatisciente e si sta svuotando, le attività commerciali si spostano in periferia e la popolazione diserta il cuore del borgo. I lunghi caratteristici filari di gelsi scompaiono poco a poco dalle campagne. Tutta la Frascheta è devastata, tagliata da strade, autostrade, cavalcavia, sottopassi, terzi valici; disseminata da capannoni industriali che hanno sconvolto per sempre le tracce del nostro passato come la centuriazione”.

Tuttavia, c’è ancora una possibilità di rimedio per una nuova umanizzazione del paesaggio. Basta volerla. Io partirei da qua, perché il nostro paese che in parte esiste virtualmente, un locus amenus direbbero i latinisti, che vive nella testa di chi a Pozzolo non sta più ma lo rimpiange, di chi a Pozzolo ogni tanto ci abita, ci torna, ci va e ogni tanto tira anche qualche imprecazione, perché gli sta stretto come delle scarpe. Pozzolo è un luogo non luogo che tutti ricordiamo e quando ci siamo rimpiangiamo quando non ci siamo più, magari non amiamo quando ci siamo. In questo luogo magari ci siamo e viviamo da tanti anni e vogliamo fare in modo che esista.

Qual è l’unico modo per farlo esistere sempre? Raccontarlo. Perché Pozzolo com’era 20, 30, 60 anni fa, non esiste più, non esistono più davvero tutte le vigne che erano dove adesso ci sono campi, dove adesso c’è il fotovoltaico, dove adesso c’è qualche cava che ci viene imposta. Insomma, Pozzolo esiste solo nella testa dei nostri vecchi ed esiste solo nella nostra testa.

Il nostro modo per farlo riesistere è raccontarlo.

Per fare questo ci sono tanti modi. Lo hanno fatto dal dottor Silvano in poi, da Severino Ghezzi, i nostri storici locali, Martini, Grassi, tutti quelli che si sono occupati della nostra terra. Raccontando il documento e il monumento. Da alcuni anni a questa parte è successo qualcosa di particolare: non ce ne siamo accorti ma è cambiato il mondo, perché prima si c’era internet, ma oggi, se voi ci pensate il mondo ci è stato catapultato addosso. Internet è diventato parte integrante del nostro pensiero. Internet sta diventando qualcosa che fa parte del nostro vivere, del nostro cervello. L’utilizzo più utile è fare in modo che internet diventi uno strumento positivo.

Grazie ad internet, grazie ad un portale riusciamo ad accedere alle risorse di chi ha scritto di Pozzolo 20, 30, 100 anni fa. Lo possiamo scaricare in pdf, lo abbiamo così sul telefono. Le foto dei nostri vecchi, dei nostri avi sono caricate lì ad uso di chiunque vorrà entrare su questo portale. Per insegnare come vivevano sulle aie, questa diventa un’aia virtuale praticamente. L’unico modo per ritornare ad essere comunità è questo. A Pier Giorgio Caramagna questo tipo di lavoro sarebbe piaciuto, lui che era un topo d’archivio. Raccontarsi, conoscersi, essere ancora pozzolesi è l’unico modo per far diventare una Pozzolo 4.0 come si dice oggi. Quindi, un portale di comunità.

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