Stavolta vorrei scrivere di musica, parlando di un gruppo musicale del Territorio.

Vorrei parlare dei Papel Matz, così qualche sera fa ho incontrato alcuni componenti della band e con quello che è il leader storico, Massimiliano Mariscotti, ho scambiato una breve intervista.

Quando siete nati?

Nel 2007 abbiamo deciso di mettere insieme un gruppo. Eravamo alcuni amici appassionati di musica: io, Andrea Masucco e Daniela Ferrando; uniti dalla stessa passione ci siamo messi nel garage di casa mia con l’idea di fare qualcosa con la musica. Da lì è nata l’idea di creare un gruppo. Per iniziare, così per passione, in due a suonare la chitarra e una cantante. Poi, senti questa! Mentre suonavamo a casa mia, dal vicino c’era un muratore che stava piastrellando. Nell’andare a chiedere quasi scusa con la paura di disturbare durante le prove, vien fuori che lui era un batterista. Ingaggiato! Era di Novi ed ha suonato con noi per un annetto. Poi, tramite conoscenze, ho trovato Piero, un bassista di Novi Ligure. Così abbiamo formato una band a tutti gli effetti, con due chitarre, batteria, un bassista e la cantante.

E perché Papel Matz come nome?

Dopo aver messo su un repertorio un po’ particolare, una sera eravamo a casa della cantante, di Daniela, proprio con l’intento di trovarci un nome. Avevamo gia una quindicina di pezzi pronti e, con l’idea di proporci al pubblico, ci voleva un nome con cui presentarci. La cantante era fumatrice e proprio quella sera aveva sul tavolo delle cartine per farsi le sigarette. Queste cartine si chiamavano Papel Maiz, erano probabilmente delle cartine fatte col mais.

Quasi a prendere la palla al balzo, quello era un nome originale. Abbiamo deciso che ci saremmo chiamati così, come le cartine per le sigarette. Papel Maiz. Poi, la prima volta che facciamo un live, credo fosse a Francavilla, la mamma dell’altro chitarrista come regalo e come augurio decide di farci delle magliette con la scritta Papel Maiz. Succede che il tipografo sbaglia e invece di scrivere Maiz, scrive Matz. O rifare le magliette o cambiare nome. Era più economico cambiare nome e così abbiamo scelto. Da lì, le prime serate come Papel Matz ed il nome non è più cambiato.

E qual è il vostro genere?

Abbiamo iniziato facendo rock, però avevamo un repertorio in cui facevamo Rino Gaetano, facevamo qualcosa di Elisa, un pop-rock che accontentasse un po’ tutti i generi. Abbiamo sempre cercato di proporre qualcosa che fosse apprezzato da tutti. Sia italiana che straniera. Riproponendo a modo nostro quello che era fatto da altri. Abbiamo fatto un paio d’anni con questa formazione. Lo stile oggi è leggermente cambiato, non abbiamo più due chitarre ma una soltanto. Nel tempo, l’unico originale dei Papel Matz sono rimasto io, coloro che completano la band sono subentrati nel corso degli anni. E nel corso degli anni ogni musicista che arrivava portava qualcosa di suo. E’ nato così un repertorio piacevole e che ha sempre avuto un certo riscontro. E’ passato da noi anche un bassista che oggi suona in una band che fa tributo ai Pooh, molto bravi, si chiamano “I Contrasto”, il quale ha portato l’idea di fare dei medley, canzoni tutte una di seguito all’altra con una linea melodica giusta. Abbiamo così trovato blocchi di canzoni e di generi: blues, rock, pop, dance, tutte da alternare a seconda delle serate.

Durante la chiusura dovuta alla pandemia cosa avete fatto?

In quel periodo abbiamo studiato quello che poteva essere dopo il lockdown. Quando potevamo ci trovavamo, senza forzare la mano. Non suonavamo on-line, non avendo la strumentazione adeguata. Abbiamo comunque predisposto un pacchetto, per così dire, da proporre al pubblico non appena possibile. Per esempio abbiamo messo insieme un maidley di Gloria Gaynor.

Possiamo fare i nomi degli elementi che compongono attualmente il gruppo?

Anna Semeraro, voce, da Rivalta Scrivia; Massimiliano Mariscotti, chitarra e voce, novese di Basaluzzo; Mirko Gian, voce e tastiere, di Pozzolo Formigaro; Marco Semino, basso, da Capriata d’Orba; Daniele Buscarini, batteria, di Alessandria.

Infine, raccontami la storia della canzone che avete inciso sulla Val Borbera.

Questa te la racconta Mirko Gian, che l’ha scritta, ideata ed è tutta sua.

Ed allora rivolgo la domanda all'autore, Mirko Gian

Non è stato un parto semplice, la struttura musicale è nata prima del testo. Questa canzone nasce da un’idea comune con mia figlia Ilaria, per la passione verso quel Territorio. E’ un condensato, col testo nato quasi di pancia. Il testo comunica la gioia di poter andare a visitare la Valle, magari rivisitando quei luoghi che raccontano la lotta partigiana durante il conflitto. Forse noi oggi andiamo al fiume allegramente, ma senza dimenticare quanto accadde in quell’epoca. Chissà come sarebbe stata la storia se non ci fossero stati quei giovani a combattere per la libertà.

Il titolo della canzone?

Val Borbera

I Papel Matz li trovate sulla pagina facebook www.facebook.com/PapelMatz

…e su Instagram li trovate così www.instagram.com/Papelmatz

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