Mi era capitato in un breve pezzo di oltre due anni or sono
di parlare di Volpedo – uno dei Borghi più belli d’Italia – citando “I luoghi di Giuseppe Pellizza. La pieve di S. Pietro e l’arte lombarda intorno al mille”. Ecco, siccome sono tornato proprio ieri in questo bel Borgo che è Volpedo, dopo aver lasciato l’auto nei pressi del Palazzo Municipale, ho fatto quattro passi per le caratteristiche vie, ammirando le belle abitazioni a dar lustro al luogo.
Fino a che sono giunto nei pressi della famosa Pieve. Trovandola aperta vi ho fatto ingresso per una visita.
La Pieve Romanica di San Pietro (Sec. X – XV)
Leggo che la pieve di Volpedo è citata per la prima volta in un documento del 965 conservato nell’Archivio Capitolare di Tortona.
L’attuale edificio, che sorge nel luogo in cui preesisteva , forse fin dal V–VI secolo, un’antica chiesa battesimale, è stato fondato nel X secolo e presenta una struttura semplice in mattoni e ciottoli di fiume. La muratura originaria si conserva in corrispondenza dell’abside e, per brevi tratti, delle pareti laterali; le restanti parti risalgono ad una ricostruzione probabilmente quattrocentesca.
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All’interno, una cultura figurativa locale di alto livello è documentata da un ciclo di affreschi databili alla seconda metà del XV secolo e ai primissimi anni del XVI. Figure di santi ornano pareti e pilastri; l’abside è decorata con una schiera di Apostoli ed Evangelisti, intervallata dall’immagine di Re David. Nel catino absidale emerge la figura del Cristo Pantocratore attorniato dai simboli degli Evangelisti, dalla Vergine e dall’arcangelo Michele.
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In base ai caratteri stilistici e tipologici è stata individuata la presenza di cinque differenti mani, ma solo a due di esse è stato possibile attribuire un nome: si segnala in particolare la presenza del cosiddetto “Magister Antonius”.
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Con questo nome, assegnato sulla base di un’iscrizione presente proprio all’interno della pieve di San Pietro, si individua un’artista attivo nel Tortonese e nell’Alessandrino nella seconda metà del XV secolo: alla sua opera sono riconducibili gli affreschi dell’abside e un buon numero di quelli presenti sulle facce dei pilastri quadrangolari, le cui datazioni variano dal 1460 al 1462.
Giovanni Quirico da Tortona è l’esecutore dell’edicola con la Vergine in trono e i santi Giacomo apostolo e Agata, addossata al terzo pilastro destro e datata 1502. La figura di Santa Caterina, presente sulla controfacciata, è avvicinabile ai modi compositivi della scuola dei Boxilio, attiva nel Tortonese a cavallo tra XV e XVI secolo.
Vi invito a visitarla