Metti un pomeriggio di maggio, una gita sui Colli Tortonesi, ti affascina là in fondo Sarezzano, Comune a cavallo tra la valle del Grue e le colline che degradano verso la pianura.
Le case più antiche si stringono ai piedi della collina, dove un tempo sorgeva il castello dei Guidobono Garofoli, feudatari del paese ed ora dominato dalla chiesa medioevale.
“Dell’antica rocca, che la tradizione dice edificata dai Tortonesi, e che fu gravemente danneggiata dal fulmine che si abbattè su di essa il 1 giugno 1610, rimangono gli ultimi avanzi. Vi era attigua una cappella, ove, forse nel corso del X secolo, furono trasportate le ossa e le reliquie dei santi eremiti locali. Ruffino e Venanzio”. Così scrive Gian Michele Merloni su Castelli e Torri del Tortonese, a proposito di Sarezzano.
Scrive il Comune di Sarezzano sul suo sito internet che: “Durante alcuni lavori effettuati nella cappella del castello, che era nel frattempo divenuta chiesa parrocchiale, nel 1585, vennero alla luce i resti dei monaci Ruffino e Venanzio; accanto ai due corpi fu ritrovato un prezioso codice alto medioevale, il cosiddetto Codex purpureus, che poi, nuovamente dimenticato, tornerà alla luce solo nel 1872.
Si tratta di settantadue fogli di un originale testo dei quattro vangeli scritto attorno al V o VI secolo, su preziosa pergamena rossastra e rinchiusi in una custodia in legno. Il codice, benché lacunoso, è considerato molto importante dagli studiosi quale esemplare unico della liturgia milanese (ambrosiana) precedente all’età carolingia.
Nel 1610 la rocca del borgo fu gravemente danneggiata da un fulmine che provocò anche la rovina dell’attigua chiesa, poi ricostruita e dedicata alla Madonna del Rosario. Le funzioni di parrocchiale sono oggi svolte dalla Chiesa dei Santi Raffino e Venanzio, costruita negli anni Cinquanta nel centro abitato del capoluogo, sotto la collinetta del castello”.
Il sito del Comune apre una sezione denominata “Parrocchiale dei Santi Ruffino e Venanzio” e racconta che…
La chiesa, posta sull’altura dove era anticamente insediato il castello, funge da nucleo attorno al quale si sviluppa l’intero centro abitato e costituisce un significativo esempio di architettura romanica.
Dopo la costruzione della nuova chiesa parrocchiale che sorse negli anni settanta del Novecento al centro di Sarezzano, l’antica chiesa venne progressivamente abbandonata ed aperta al culto solo in particolari occasioni, come nella ricorrenza dei Santi Patroni.
Lo stato di degrado avanzò inesorabilmente ed ebbe un’ulteriore aggravante in seguito agli eventi sismici del 2003, che compromisero in maniera significativa l’architettura e la stabilità dell’edificio. Nel 2006 è stato aperto il cantiere, tuttora attivo, per il l’intervento di restauro e consolidamento statico dell’edificio. Si è provveduto, in primo luogo, alla messa in sicurezza della chiesa tramite il rifacimento della orditura lignea del tetto e del manto di copertura; successivamente si è proceduto con le indagini archeologiche del piano terra, che hanno portato al rinvenimento di differenti rilevanze archeologiche. In particolare sono emerse dallo scavo: l’abside centrale affrescata; la cripta medievale; un ossario adiacente alla cripta (forse il luogo di sepoltura dei Santi Ruffino e Venanzio) e alcune tombe che occupano la parte restante della navata non occupata dalla cripta.
Come si può facilmente intuire, le spese sostenute per questo capillare intervento sono state ingenti: un cospicuo contributo è stato erogato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, che ha da subito creduto nella valorizzazione di un bene così prezioso per il tortonese, mentre , in tempi più recenti, va segnalato anche il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che vede nella piccola chiesa di Sarezzano un punto importante della valorizzazione territoriale della nostra provincia. Anche la Conferenza Episcopale Italiana e la Regione Piemonte hanno contribuito alla copertura economica
Attualmente i lavori sono in una fase di stallo, a causa della carenza di ulteriori finanziamenti che consentano di ultimare l’intervento. Si legge che questo bene della Diocesi di Tortona si spera di potere rendere nuovamente fruibile nei prossimi anni.
Ecco, per farla un po’ più breve, io ci sono andato a vedere la chiesa qui sopra raccontata. Il paese è dominato dall’altura, detta Il Castello, ci si arriva salendo su per una breve ma piacevole passeggiata a piedi. Il camminamento è davvero ben finito, frutto di un bell’intervento.
A voltarsi mentre si sale si gode di un’ottima vista ed un piacevole sguardo sui tetti del paese.
La sorpresa arriva all’approdo finale. C’è la bellezza del luogo che domina la cima. Ma c’è anche l’inquieta vista nell’osservare il cattivo stato di manutenzione.
Ecco, mi piacerebbe varcare quella soglia e vedere come si presenta al suo interno.
Ecco, l’auspicio è proprio di rivedere aperto questo bene storico. L’auspicio è che qualcuno – di chi è la proprietà, della Diocesi di Tortona? – non lasci andare in rovina. L’auspicio è che magari il FAI di Tortona appoggi una candidatura come bene del cuore. Perché no?!