Quando torno al paese dove nacque mio padre, sui Colli Tortonesi, mi si aprono i polmoni e respiro, finalmente. Mi pare di annusare il profumo della terra, ora delle piante in fiore. E vedo il risveglio della vite. Non può capire chi vive in città che si fa forte delle ragioni di ciò che accade in quel microcosmo fatto di caos e frenesia. Ho scattato un paio di foto alle prime foglioline della vite e ad un piccolo inizio di quel che sarà un fiore e poi un grappolo. Che storia ragazzi!

Cosa c’è mai dietro un singolo bicchiere di vino, c’è tanto lavoro composto dalle diverse fasi fasi biologiche della vite: nascita, crescita, sviluppo e maturazione.

Il ciclo vitale della vite è di tipo vegetativo e riproduttivo e va dal germogliamento alla fioritura, all’allegagione, fino all’invaiatura e alla maturazione: termini facilmente comprensibili come terminologia e concetto.

Il germogliamento è lo schiudersi delle gemme, avviene in tardo inverno o inizio primavera (compatibilmente con la pazzia delle stagioni, si hanno a volte germogliamenti precoci che vengono poi disturbati da ricadute di temperature nei mesi successivi).
L’uscita del germoglio avviene grazie alla temperatura esterna, che per la vite è di minimo 10°C, ed è determinata dalla vigoria delle viti, dalle forme di allevamento delle vigne e dalla densità di impianto e potatura.
Da questo momento il picco vegetativo si sviluppa velocemente fino a metà giugno: non è difficile rendersi conto di questo spettacolo naturale se ci si ferma a guardare la meraviglia dei terreni coltivati o delle colline ricamate di filari che via via che il tempo migliora si fanno più verdi e rigogliose.

Poco prima del germogliamento si effettua la potatura, in questo momento si verifica il fenomeno detto “pianto della vite”, cioè l’emissione di liquido dai tagli della potatura che avviene perché il metabolismo della pianta comincia a riattivarsi: è un fenomeno facilmente visibile se si visita un vigneto e molto commovente perché ci si rende conto che la pianta è viva.

La fioritura avviene tra fine aprile e giugno (complice anche qui l’andamento delle stagioni e le variabili climatiche) e si tratta, come dice il termine, della comparsa e sviluppo dei fiori della vite, dai quali verranno a formarsi gli acini.
Diverse sono le condizioni che permettono una buona fioritura, tra le quali ovviamente una buona insolazione, l’attività fotosintetica, il riparo da agenti patogeni (peronospora o insetti) e le buone pratiche colturali.

L’allegagione è la trasformazione dei fiori fecondati in bacche o acini e avviene di solito verso luglio. Purtroppo anche in natura non tutti i fiori fecondati daranno vita ad una bacca, e si potranno avere differenti fenomeni derivanti da una sorta di autoregolazione della pianta per non disperdere proprietà nutritive o in caso di avversità climatiche. Avremo quindi la “colatura”, se fiori e bacche cadranno naturalmente, la “filatura”, se si trasformano in viticci o l’”acinellatura” in caso di arresto di crescita di acini già formati.

L’invaiatura è la fase di colorazione della bacca. I frutti che avranno superato le varie prove che madre natura ha posto loro davanti cominciano a colorarsi di rosso o giallo, a seconda della famiglia di appartenenza. Cominciano a crescere, e i grappoli a prendere forma. In questo momento le uve hanno la buccia dura, sono cariche di acidi e pochissimi zuccheri.

La fase finale, la maturazione, dura 40-50 giorni durante i quali si modificano le percentuali di zuccheri maturati e di acidi presenti, le bucce diventano via via più tenere, le uve raggiungono la maturazione fisiologica e sono pronte per essere vendemmiate a seconda dell’uso che se ne farà. Una base spumante verrà raccolta poco prima della completa maturazione a causa dell’acidità più elevata, ottimale appunto per creare spumanti. Per un rosso da invecchiamento, invece, la raccolta sarà ritardata così da permettere un maggior carico di tannino e zuccheri.

È in questo periodo di trasformazione che sulle bucce verrà a formarsi la “pruina”, una sostanza cerosa bianca che protegge gli acini dagli agenti atmosferici e che ha la capacità di trattenere alcuni microorganismi portati dal vento: i lieviti.

Che meraviglia la natura, fare un giro nelle vigne nelle varie stagioni è sempre un’esperienza!

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