Paderna è un piccolo comune agricolo, posto tra il rio Cornigliasca e il rio Castellania, sulle colline che, sulla sponda destra della media valle Scrivia, digradano verso Tortona. Il paese si trova dieci chilometri a sud-est di Tortona, e proprio dai tortonesi venne fondato: la prima attestazione è del 1155. Paderna conobbe la peste descritta dal Manzoni, che causò 153 morti nel 1630 (cito testualmente da informazioni sul sito del Comune).

Tempo fa avevo già scritto qualche riga su Paderna

ed oggi ritengo che meriti di aggiungere qualche informazione supplementare.

Ci sono andato di recente, per salire alla chiesa mi sono trovato dinanzi ad una scalinata con affianco l’indicazione BELVEDERE SAN GIORGIO.

Terminati gli scalini in salita ecco la chiesa.

La chiesa parrocchiale di San Giorgio

In epoca medievale le parrocchie, ed in modo particolare quelle di collina, sorgevano da semplici oratori, ai quali la popolazione locale donava terreni o pagava una decima per la sua costruzione. Una volta eretto l’edificio, il vescovo mandava un curato, ed una volta riconosciuta la chiesa, lo nominava parroco.

Chiesa parrocchiale di S. Giorgio

La chiesa di S. Giorgio invece pare avere una storia completamente diversa; non furono i padernesi a creare la parrocchia, ma fu l’abbazia locale a cedere i propri beni residui, dopo aver concesso ai padernesi gran parte dei suoi possedimenti.

Le prime notizie storiche sull’esistenza della parrocchia di S. Giorgio risalgono all’anno 1247 (Chartarium Dertonense). Essa è formata da tre navate: quelle laterali, più recenti, furono aggiunte probabilmente in due riprese nei secoli XIII e XIV; la navata centrale invece parrebbe risalire al X sec.

Al suo interno si può ammirare il quadro della Madonna ed il quadro di S. Sebastiano risalente al 1400. Di notevole valore è la statua in legno della Madonna ma soprattutto la statua equestre di S. Giorgio.

L’interno

Alla fine del 1900 fu restaurato l’altare della chiesa parrocchiale e si constatò che probabilmente l’altare fu costruito con materiale proveniente dalla cappella dell’antica abbazia. Sotto il pavimento della chiesa vennero riesumati i resti di due salme vestite col saio: nel Medioevo vi era l’abitudine di seppellire i morti nella chiesa e nelle zone limitrofe consacrate. I più abbienti o i personaggi importanti erano seppelliti sotto il pavimento della chiesa.

Sul piazzale della chiesa c’è il BELVEDERE SAN GIORGIO

da quella visuale si vede Rivalta Scrivia, la Collina di Montecastello, Spineto Scrivia, Carbonara Scrivia, Tortona, Mombisaggio Torre Calderai, Villaromagnano, Romagnano, Fonti.

Belvedere SAN GIORGIO

Questo si può vedere da un un territorio collinare meno noto delle Langhe e del Monferrato, ma altrettanto “nobile”. Sia sotto il profilo del paesaggio che per i suoi contenuti agroalimentari. Da visitare lentamente.

Un territorio che si identifica così tanto con vitigni dei Colli Tortonesi. Vini che hanno contribuito a far sbocciare anche itinerari turistici ed enogastronomici tra queste colline alle spalle di Tortona. Un giro per cantine da queste parti è d’obbligo.

I vini che nascono tra questi colli si abbinano perfettamente con alcune specialità gastronomiche di questo territorio posto al confine tra quattro regioni: Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia. Gli amanti dei formaggi possono trovare specialità da degustare.

Accanto a Paderna c’è la tomba, ma anche la terra natìa di un altro grande personaggio italiano di queste parti, a Castellania, Fausto Coppi. Nel suo paese si può visitare la casa natale, un viaggio intimo e riservato nella vita di quello che è stato forse il più grande campione del ciclismo italiano.

E poi ancora castelli e paesaggi rustici, così diversi dalla perfezione quasi geometrica delle Langhe, e più simili a quel Basso Monferrato che da qui non dista poi molto. Boschi alternati a colline pettinate da filari di vigna, borghi belli nella loro semplicità, torrenti che tagliano il paesaggio come fosse dipinto.

I Colli Tortonesi vanno scoperti, magari in bici, tra una cantina e l’altra, tra un ristorante e  un tuffo nella Storia. Una terra di confine, patria di nobili vini, che va scoperta con calma per poterla apprezzare nella sua semplicità senza fronzoli.

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