In Liguria, tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, migliaia di famiglie si impegnarono nella produzione di filigrana ed i Genovesi divennero celeberrimi in questo ramo dell’artigianato. In realtà molti piccoli centri partecipavano alla produzione; tra questi si conquistò fama particolare Campo Ligure, cittadina dell’entroterra ligure che ancora oggi prosegue la tradizione. Il Museo della Filigrana espone circa duecento pezzi ricercati e raccolti attraverso i Paesi di quattro continenti (Europa, Asia, Africa, America Latina). Ogni pezzo racchiude in sé molto più di una preziosa decorazione: all’interno di ogni oggetto vivono le tradizioni, i costumi, la religione, l’economia di ciascun Paese. Il nucleo di partenza di questa singolare collezione si deve a Pietro Carlo Bosio, artigiano e appassionato ricercatore, il quale, con frequenti viaggi all’estero, incrementò ed arricchì sempre più la collezione, fino a raggiungere l’attuale consistenza, peraltro tuttora in costante accrescimento.

Voi ci siete già stati per una visita? Vale davvero la pena, vi assicuro. Io l’ho ancora visitato di recente.

Un po’ di storia

Nell’arte dell’oreficeria la filigrana indica leggeri e finissimi lavori che imitano l’arabesco, composti con sottilissimi fili d’oro o d’argento, che presentano un’infinità di oggetti sotto diverse forme. La storia influì sulla diffusione e l’evoluzione tecnica della filigrana da principio nell’area mediterranea ed in oriente fino a divenire patrimonio del continente asiatico, europeo, africano e dell’America latina, con caratteristiche proprie delle varie scuole. In Italia è già presente nell’oreficeria etrusca con stupende opere in granuli. Nell’oreficeria romana imperiale troviamo i primi gioielli ottenuti esclusivamente in filigrana a giorno, con l’esclusione della lamina di base. Le civiltà barbariche ed il gusto bizantino produssero nuovi capolavori, intorno al 1200, con il ritorno dei crociati la filigrana approdò in Genova ed in Venezia (opus veneticum). Fu in Liguria che migliaia di famiglie si impegnarono nella produzione di filigrana tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, ed i Genovesi erano celeberrimi in questo ramo dell’artigianato. Altri centri di lavorazione della filigrana in Italia furono Torino, la Val Sesia, Firenze, Cortina d’Ampezzo, Pescocostanzo, Scanno, Roma, Napoli, la Sardegna.

La Filigrana di Campo Ligure

Nel 1884, un maestro, Antonio Oliveri, aprì in proprio una bottega per la lavorazione della filigrana nella natia Campo Ligure. Il suo esempio fu seguito da altri artigiani e ben presto i laboratori raggiunsero la consistenza di ben 33. Da tempo ormai in Italia solo gli artigiani di Campo Ligure possono degnamente qualificarsi come gli unici eredi di coloro che in tempi lontani avevano variamente contribuito a migliorare ed evolvere quest’arte che si è fermata in Liguria. Ancora oggi, così, nel suo laboratorio, un artigiano con “bruscelle” (pinze di varie misure), un cannello per saldare i fili d’argento, sulla sua piastrella, reinventa e crea i suoi ricami in argento: i gioielli in filigrana. La preziosità di questi oggetti non è data tanto dai materiali quanto dalla minuziosa e paziente lavorazione che si nasconde in ognuno di essi. Nulla o quasi è mutato nei laboratori di questi artigiani: qui arte e tecnica si legano indissolubilmente all’abilità di un vero e proprio artista. Mentre gli altri corrono inseguendo i ritmi di una società frenetica ed impetuosa, il filigranista ha fermato il tempo, e continua a ripetere gesti di un passato lontano, dando nuove vesti ad un’arte antica.

Oltre agli ancora numerosi artigiani presenti, che spesso affiancano al laboratorio artigianale negozi di grande interesse con l’esposizione della produzione locale, dal 1984 per iniziativa della pubblica amministrazione e l’importante contributo del Commendatore Pietro Carlo Bosio, esperto collezionista, è sorto il Museo della filigrana. Questo Museo affianca ad interessanti esempi della produzione locale, rari capolavori raccolti nei quattro continenti. Nel 2000 il Museo ha accettato la donazione del Commendatore Bosio, a cui è oggi intitolato il Museo, ed ha in programma di diventare un importante punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale per tutti gli amanti di quest’arte.

Fonte di informazione http://www.comune.campo-ligure.ge.it/

Sito da visitare http://www.museofiligrana.org/

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