Passeggiando per il paese di Voltaggio, camminando lungo la discesa di Via Roma e volgendo lo sguardo verso Carrosio, ci si trova di fronte ad una costruzione religiosa, che pare un’antica chiesa: si tratta dell’Oratorio di San Sebastiano. C’è modo di avvicinarsi a questa antica costruzione percorrendo ancora un po’ di strada a piedi.


La presenza dell’Oratorio è rilevabile già nella planimetria di Voltaggio inclusa nel “Dominio della Serenissima Repubblica de Genova” pubblicato da Vinzoni nel 1773. La sua forma attuale, importata in Liguria da Anton Maria Ricca è ad aula a schema semplificato senza navate laterali ed è articolata in due parti una costituente l’aula vera e l’altra il presbiterio e coro.

L’edificio faceva parte di un complesso Religioso più ampio posto sul lato Nord di Voltaggio il Convento di San Francesco dei Padri Minori Con l’oratorio di San Giovanni Battista dei Disciplinanti. Nel 1961 la confraternita esistente si estinse e questo genero l’abbandono dell’Oratorio e la spoliazione di decorazioni e suppellettili.

Negli anni ottanta si registra la sconsacrazione, la donazione al Comune di Voltaggio e con il perdurare dell’abbandono nonché il crollo parziale della copertura che, priva di manutenzione, subirà diversi danni. La stessa verrà ripristinata dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici del Piemonte. A metà del 1994 i muri della vicina Sacrestia segnano un crollo ed ulteriori danni lo arreca il sisma del 2003.

Attualmente il Bene è inagibile per motivi di precarietà statica.


Nel 2016 l’Unione montana Val Lemme aveva assegnato alla Bianchi costruzioni di Novi Ligure un primo intervento da 72 mila euro, fondo ottenuti dal Piano integrato territoriale della ex Comunità montana. Lavori che avevano compreso anche dei sondaggi sulle finiture pittoriche e soprattutto la sistemazione delle lesioni dei muri e delle volte e il loro consolidamento.

In seguito, nelle casse del Comune sono arrivati altri 108 mila euro, concessi dalla Fondazione San Paolo di Torino con l’obiettivo di proseguire la messa in sicurezza. Costruito nel XVIII secolo, situato accanto all’ex ricovero di Sant’Agostino, l’edificio è dotato di un’ottima acustica ma per decenni è stata lasciato in completo abbandono e quindi ridotto a rischio di crollo. Negli anni del primo decennio dopo il duemila i cittadini e l’amministrazione comunale decisero di impegnarsi per salvare quello che resta dell’antica chiesa. Fu detto che per il recupero complessivo dell’edificio servisse più di un milione di euro.

Oggi è lì così come si può vedere avvicinandosi per quanto possibile.

Notizie tratte da https://artbonus.gov.it e www.giornale7.it

La foto di copertina è tratta da https://commons.wikimedia.org

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